Caratteristiche personali del Tutor
10
set
2022
Paola
Lugano - Ticino
L’etimologia della parola “tutor” è il verbo latino “tutari”, che significa proteggere, difendere, custodire. Effettivamente una svolta nell’approccio allo studio si può ottenere solamente all’interno di una relazione personale ed empatica con lo studente. Questo aspetto è quello che è stato messo più in evidenza dai ragazzi, quando sollecitati a riflettere sulle caratteristiche che deve avere un tutor.
Certamente per il tutor deve essere un piacere condividere il proprio tempo e la propria esperienza con studenti spesso adolescenti e quasi sempre in crisi scolastica. Deve essere attento nel curare la relazione nel rapporto uno a uno, ponendosi in ascolto in modo sincero e autentico per poter ottenere la fiducia dei ragazzi. Il tutor si prende cura, mette il ragazzo al centro di un’osservazione empatica: capisce i silenzi, le difficoltà, interpreta i gesti. In una certa misura “invade” anche la sfera personale ma sempre con grande rispetto. Queste competenze relazionali sono il presupposto indispensabile perché l’intervento del tutor possa essere vissuto positivamente dal punto di vista emotivo ma anche perché possa dare risultati, a volte sorprendenti, dal punto di vista dell’apprendimento.
Inoltre il tutor deve cercare sempre una posizione di equilibrio tra il supporto incondizionato e l’incentivo fermo all’autonomia.
Deve rispettare le difficoltà, senza sminuirle, ma incoraggiando lo studente a non farsi limitare o bloccare da esse. Deve essere capace di accettare in modo assoluto, condizione necessaria per creare quel senso di complicità condivisa necessario per un rapporto educativo personale positivo.
Deve essere flessibile, saper plasmare il suo intervento in base alle singole situazioni e ai singoli profili degli studenti. Deve essere disponibile a ricominciare con rinnovata energia di fronte a un insuccesso, senza mai viverlo come fallimento personale. Deve invece saper apprezzare e sottolineare anche i piccolissimi successi dei ragazzi, adottando una “scala di misura del miglioramento” sempre individuale e personalizzata.
Infine deve porsi in modo autorevole, soprattutto quando lavora con adolescenti e giovani adulti, sapendo farsi rispettare come figura professionale dai ragazzi, dai genitori e dai colleghi della rete.
Certamente per il tutor deve essere un piacere condividere il proprio tempo e la propria esperienza con studenti spesso adolescenti e quasi sempre in crisi scolastica. Deve essere attento nel curare la relazione nel rapporto uno a uno, ponendosi in ascolto in modo sincero e autentico per poter ottenere la fiducia dei ragazzi. Il tutor si prende cura, mette il ragazzo al centro di un’osservazione empatica: capisce i silenzi, le difficoltà, interpreta i gesti. In una certa misura “invade” anche la sfera personale ma sempre con grande rispetto. Queste competenze relazionali sono il presupposto indispensabile perché l’intervento del tutor possa essere vissuto positivamente dal punto di vista emotivo ma anche perché possa dare risultati, a volte sorprendenti, dal punto di vista dell’apprendimento.
Inoltre il tutor deve cercare sempre una posizione di equilibrio tra il supporto incondizionato e l’incentivo fermo all’autonomia.
Deve rispettare le difficoltà, senza sminuirle, ma incoraggiando lo studente a non farsi limitare o bloccare da esse. Deve essere capace di accettare in modo assoluto, condizione necessaria per creare quel senso di complicità condivisa necessario per un rapporto educativo personale positivo.
Deve essere flessibile, saper plasmare il suo intervento in base alle singole situazioni e ai singoli profili degli studenti. Deve essere disponibile a ricominciare con rinnovata energia di fronte a un insuccesso, senza mai viverlo come fallimento personale. Deve invece saper apprezzare e sottolineare anche i piccolissimi successi dei ragazzi, adottando una “scala di misura del miglioramento” sempre individuale e personalizzata.
Infine deve porsi in modo autorevole, soprattutto quando lavora con adolescenti e giovani adulti, sapendo farsi rispettare come figura professionale dai ragazzi, dai genitori e dai colleghi della rete.
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